Nonostante l’introduzione di molti nuovi antidolorifici, gli analgesici oppioidi rimangono tutt’ora la terapia più efficace in alcuni tipi di dolore.
Gli effetti collaterali sono numerosi e possono interferire con l’azione analgesica: nausea, vomito, stipsi e prurito sono ben conosciuti e comunemente accettati, mentre sicuramente meno conosciute, ma non meno importanti, sono le ripercussioni che gli oppioidi hanno sui sistemi endocrino ed immunitario.
Numerose sono ormai le evidenze che indicano che gli oppiacei, indipendentemente dalla via di somministrazione utilizzata, inibiscono la secrezione degli ormoni sessuali sia nell’uomo che nella donna instaurando un quadro di “ipogonadismo ipogonadotropo iatrogeno” i cui segni e sintomi, ben conosciuti, comprendono riduzione della libido, stanchezza, umore depresso, vampate di calore o sudorazioni notturne, perdita di massa muscolare e forza, infertilità, osteoporosi e fratture sia nei maschi che nelle femmine, diminuzione della funzione erettile negli uomini e irregolarità mestruali nelle donne.
Non solo i livelli degli ormoni sessuali risentono dell’utilizzo di oppioidi ma anche quelli di cortisolo, ormone della crescita, prolattina, dopamina… lo stesso sistema immunitario viene “modulato” da queste sostanze farmacologiche.
Con l’attuale incremento dell’uso degli oppioidi per il dolore non oncologico, assume perciò particolare importanza individuare e gestire questi effetti collaterali monitorando la funzione endocrina ed impostando ove indicato, adeguata terapia sostitutiva.