La sindrome del dolore pelvico (CPP)cronico è una condizione caratterizzata da dolore in sede pelvica e/o perineale con possibili irradiazioni a livello inguinale, lombare, genitale, sacrococcigeo e sovrapubico, eventualmente associata a sintomi specifici a carico dell’apparato urogenitale e/o digerente, che può interessare sia gli uomini che le donne.
Alla base di questa sindrome possono esserci sia cause psicologiche che fisiche.
Le cause fisiche possono includere diverse patologie:
- ginecologiche (endometriosi, vulvo-vaginiti, fattori iatrogeni)
- anorettali (proctiti, emorroidi, ragadi anali)
- neuromuscolari (nevralgia del pudendo, patologie del midollo spinale sacrale)
- gastrointestinali (sindrome del colon irritabile, diverticolite, stipsi, morbo celiaco)
- urologiche (cistiti, prostatiti, uretriti, orchiepididimiti, cause iatrogene)
La condizione è altamente invalidante, perché spesso al dolore si associa una sofferenza psicologica con ripercussioni negative su tutti gli aspetti della vita personale e sociale dell’individuo, fino a quadri di ansia e depressione.
La diagnosi viene quasi sempre fatta “per esclusione”, indagando le possibili patologie a carico di ogni singolo organo ed escludendole.
La terapia, proprio per la natura multifattoriale del dolore pelvico, può prevedere l’utilizzo di una vastissima gamma di farmaci, che vanno dai semplici analgesici agli oppiacei, fino ai farmaci di uso neurologico come antidepressivi e anticonvulsivi, e di trattamenti anche non farmacologici (blocchi nervosi, procedure di neuromodulazione e terapia psicologica).