Com’è bello respirare! da “Quasi Amici”

Dibattito con la Psicologa Laura Ravaioli, il Fisioterapista Alessandro Agostini e la Antalgologa Valentina Paci

quasi-amici

Proiezione del film “Quasi amici” per la Giornata internazionale delle persone con Disabilità

Il 03 dicembre, presso il Poliambulatorio di Medicina del Dolore -in collaborazione con la Fondazione per la Qualità di Vita- è stata dedicata una serata alla “Giornata internazionale delle persone con Disabilità”, indetta dall’ONU, con la visione del film “Quasi Amici”, seguita da un dibattito con la Dott.ssa Psicologa Laura Ravaioli, il Dott. Fisioterapista Alessandro Agostini e la Dott.ssa Antalgologa Valentina Paci.

La Dott.ssa Psicologa Laura Ravaioli

psicoanalista della Società Psicoanalitica Italiana e membro del comitato scientifico di Advanced Algology Research. Svolge attività clinica presso il Poliambulatorio di Medicina del Dolore a Rimini e la casa di cura Villa Laura a Bologna.

Il Dottor Alessandro Agostini

fisioterapista dell’equipe di Medicina del Dolore. Svolge attività clinica presso il Poliambulatorio di Medicina del Dolore a Rimini.

La Dott.ssa Antalgologa Valentina Paci

svolge attività clinica nelle seguenti sedi: Fisiology Center a Forlì, Poliambulatorio Giano a Cesena, Poliambulatorio Medicina del Dolore a Rimini di cui riveste anche il ruolo di Direttore Sanitario, Casa di Cura Villa Laura a Bologna.

Un film pieno di ironia, umorismo e sensibilità

Riportiamo di seguito un breve dialogo che rende chiaro il bisogno e la necessità di una vita normale da parte di una persona con disabilità.
Philippe: “È colpa delle medicine, i dottori li chiamano dolori fantasma, io dico sempre che sono come una bistecca congelata su una griglia rovente, non sento niente ma soffro comunque.”
Driss: “Non è possibile, ci sarà qualcosa che può darti sollievo.”
Philippe: “Oh sì qualcosa c’è.” Indica delle ragazze, pura normalità.

Dibattito sulla disabilità

Il punto cardine da cui si è partiti è la scelta di una puntuale gestione della persona con disabilità da parte dei medici e delle persone ad essa vicine.

Quando c’è un incidente -che sia esso domestico, stradale, sul lavoro- il paziente è stravolto in diversi ambiti, a partire dalla percezione di se stesso, in quanto il suo corpo diviene un oggetto estraneo, per sfociare nella vita relazionale, psicologica ed intima.

Spesso iniziano a subentrare depressione, ansia e rabbia. Una rabbia che non deve essere soffocata ma che deve prendere spazio; il paziente può essere arrabbiato anche con le figure da cui dipende -proprio perché dipende da esse- e con i medici con i quali è in cura.
Durante il dibattito si è posto l’accento sulla presa in carico del paziente più che della malattia e disabilità, tematica vicina al lavoro ambulatoriale del Poliambulatorio di Medicina del Dolore
L’equipe convoglia tutti gli aspetti della persona e tutti i medici si uniscono in un lavoro d’insieme al fine di unire proprio tutti questi aspetti.
Riportiamo di seguito gli interventi da parte del pubblico. 

Il dibattito da parte del pubblico inizia con un intervento di un ragazzo che lavora nel sociale. Ci parla della sindrome da burnout e di come evitarla, anticipando il processo stressogeno attraverso la continua ricerca di equilibrio tra competenze e sentimenti, con i colleghi e con i pazienti stessi.

Prosegue con la parola di una giovane ragazza che si occupa di clownterapia, la quale sottolinea quanto sia fondamentale intervenire sulla persona e non sulla malattia, dunque sforzarsi e lavorare sulle necessità della persona e non della malattia.
In un terzo intervento vengono chieste delucidazioni sulle crisi notturne del protagonista; viene precisato che il dolore fantasma esiste come il dolore dell’arto fantasma, con una percezione molto particolare ma sentita. Si tratta di un dolore spesso resistente al trattamento che a volte finisce per diventare acuto.
Infine un ultimo intervento da parte di una ragazza che, iniziando a lavorare con la disabilità alcuni anni fa, ha -pian piano- modificato il suo approccio, rendendolo da compassionevole ad un rapporto alla pari.
<<ho visto la potenza del “prendere in giro”, come faresti con un tuo pari>>
Infine si è rinnovata -in presenza di disabilità così come di malattia dolore:
  • la necessità di una buona conoscenza del proprio corpo e dei propri movimenti a favore di un maggior rispetto di esso;
  • il bisogno di trovare la giusta misura tra il fare troppo o il non fare nulla in presenza di disabilità così come di malattia dolore;
  • dunque la necessità di instaurare un’ALLEANZA TERAPEUTICA affinché il paziente si affidi al medico, al fisioterapista e ai caregiver.